Alta frequenza di tumore colorettale agli stadi iniziali nella malattia infiammatoria intestinale


Per identificare displasie precancerose o tumori asintomatici, i pazienti con malattia infiammatoria intestinale si sottopongono spesso a controlli con colonscopia.
Viene raccomandato di iniziare i controlli dopo 8-10 anni di colite diffusa o dopo 15-20 anni di malattia limitata al lato sinistro, ma queste indicazioni non si basano su solide prove scientifiche.

Uno studio, coordinato da Ricercatori dell’University Medical Center Utrecht in Olanda, ha valutato l’intervallo di tempo tra l’insorgenza della malattia infiammatoria intestinale e quella del carcinoma del colon-retto e, successivamente, ha esaminato il numero di pazienti che si sono ammalati di cancro prima del periodo indicato per l’inizio dei controlli.

Per identificare i pazienti con carcinoma colorettale associato a malattia infiammatoria intestinale in 7 Centri medici olandesi nel periodo compreso 1990-2006, è stato consultato un database nazionale ( PALGA ).

I dati sono stati raccolti in maniera retrospettiva dalle cartelle cliniche dei pazienti.

Sono stati identificati 149 pazienti con diagnosi confermata di malattia infiammatoria intestinale e carcinoma colorettale ( colite ulcerosa n=89; malattia di Crohn n=59; coliti indeterminate n=1 ).

Prendendo in considerazione la data della diagnosi come punto di partenza, il 22% dei pazienti ha sviluppato il tumore prima degli 8 o 15 anni dall’inizio dei controlli e il 28% se i controlli erano iniziati 10 o 20 anni dopo la diagnosi di malattia diffusa o del lato sinistro, rispettivamente.

Utilizzando invece l’inizio dei sintomi per calcolare l’intervallo di tempo, è emerso che il 17-22% dei pazienti ha sviluppato il tumore prima dell’inizio dei controlli.

Questi risultati hanno mostrato che la diagnosi di tumore colorettale è ritardata o non avviene affatto in un buon numero di pazienti ( 17-28% ) quando i controlli vengono eseguiti rispettando in maniera rigorosa le linee guida formali. ( Xagena2008 )

Lutgens MWMD et al, Gut 2008; 57: 1246-1251


Gastro2008 Onco2008


Indietro

Altri articoli

I pazienti ospedalizzati con malattia infiammatoria intestinale ( IBD ) sono ad aumentato rischio di tromboembolia venosa ( VTE ). Sono...


I dati sull'associazione tra dermatite atopica e malattia infiammatoria intestinale ( IBD ) non sono coerenti. Pochi studi hanno esaminato...


Esistono prove crescenti di un’influenza dell’asse intestino-cervello sulla storia naturale della malattia infiammatoria intestinale ( IBD ). Le terapie psicologiche...


I pazienti con malattia infiammatoria intestinale ( IBD ) corrono un rischio maggiore di eventi tromboembolici, ma le prove sul...


Ci sono pochi dati sull'uso di Vedolizumab ( Entyvio ) nei bambini con malattia infiammatoria intestinale ( IBD ). Sono...


Il Carbossimaltosio ferrico ( Ferinject ) ha indotto un tasso più elevato di ipofosfatemia rispetto al Derisomaltosio ferrico ( Monoferric...


Il ruolo dell'asse cervello-intestino è di crescente interesse nella malattia infiammatoria intestinale, poiché il legame tra disturbi mentali comuni e...


Una ricerca ha mostrato che la Mesalamina ( anche nota come Mesalazina e 5-Aminosalicilato, Asacol ) è risultata associata a...


La malattia infiammatoria intestinale ( IBD ) è una condizione permanente senza cura, i cui pazienti potrebbero manifestare sintomi di...


Il rischio di eventi avversi gastrointestinali correlati alla terapia con inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ) nei pazienti con...